Di recente si è sentito parlare di crisi nel settore dei compro oro. Il fenomeno richiede una analisi anche dell’utenza a cui si rivolgono, la quale si reca sempre numerosa in questi punti di raccolta oro.
E’ ormai assodato che l’iniziale diffidenza che si era manifestata nei loro confronti è del tutto svanita: questi punti di raccolta in cui vendere oro usato fungono quasi da ATM, oggi, per attingere denaro contante per le proprie necessità.
Ma chi sono i clienti che si rivolgono ai compro oro? Possono essere suddivisi in categorie ben distinte?
Se prendiamo in considerazione l’arresto dell’espansione dei compro oro in Italia e il loro ridimensionamento in alcune aree del Paese possiamo sostenere che si tratti di una dinamica del tutto naturale.
Non è, dunque, il risultato del calo della quotazione dell’oro, che negli ultimi anni aveva visto aumenti incredibili, – dell’ordine di oltre il 350% – ed è invece legato ad una fisiologica saturazione del mercato.
D’altra parte sono solo i centri “improvvisati”, che hanno voluto approfittare della tendenza in atto senza alcun tipo di preparazione o di strategia, quelli colpiti più duramente dalla fase implosiva.
E’ il momento di fare una analisi obiettiva della clientela dei compro oro per vedere anche se e come queste categorie siano cambiate nel corso degli anni, anche seguendo il protrarsi e l’inasprirsi della crisi economica che ha colpito il Paese.
Chi sono i clienti dei compro oro e quali sono i servizi per cui scelgono di rivolgersi a questi punti vendita?
Nell’arco di molti anni di attività a diffusione nazionale delle catene più affermate, si è potuto osservare e distinguere le tipologie di clienti e la loro evoluzione. In primo luogo, bisogna dire che non è così semplice inquadrare il cliente tipo.
In generale, emerge una differenza sostanziale tra quanti lo fanno per bisogno e quanti invece non vendono il proprio oro per necessità.
Secondo la ricerca, molti di quelli che vendono l’oro sono piccoli imprenditori che hanno necessità di liquidità per far fronte ai pagamenti di tasse e contributi, che non hanno disponibilità di denaro.
All’inizio di questo fenomeno espansivo, chi vendeva il proprio oro non lo faceva perché si trovava in ristrettezze economiche dovute a una situazione di crisi, perdita di lavoro, aumento delle spese e via dicendo, ma principalmente perché era in possesso di oggetti preziosi rotti, rovinati o fuori moda che non indossava più e giacevano dimenticati in portagioie e cassetti. Oggi, invece, chi vende l’oro è spesso in difficoltà.
Alcuni si rivolgono ai centri per vendere oggetti preziosi ormai inutilizzati e impiegare il contante che ne ricavano per soddisfare un proprio desiderio a quello di qualche persona cara senza incidere sul bilancio familiare; è così che si vendono gli orecchini e le collane che non piacciono più, sono rotte o rovinate, per acquistare la vacanza tanto sognata o uno smartphone ultimo modello.
Secondo alcuni responsabili di punti vendita, la maggior parte dei clienti fanno parte proprio di questa categoria.
Tra questi, molti sono i giovani, a cui l’oro non piace e se lo ricevono in regalo preferiscono venderlo per comprarsi qualcosa di più gradito, come appunto un telefono, un tablet e cose di questo genere.
Qualcuno segnala che, in caso di separazioni, purtroppo molto frequenti, molti preferiscono disfarsi dei regali dell’ex partner.
Altri si rivolgono ai negozi per cambiare un oggetto prezioso con un altro più nuovo, più gradito o più di tendenza.
Si nota una evoluzione anche nel considerare ormai normale vendere l’oro, cosa che un tempo sarebbe risultata impensabile.
Con questo non vogliamo dire che non ci siano persone in ristrettezze economiche che a causa di situazioni di estremo disagio si trovano costretti a vendere l’oro per ottenere in cambio contanti per far fronte a delle emergenze impreviste: qualche volta si tratta di cure mediche, altre volte di tasse o bollette o ancora per aiutare dei familiari che versano in difficoltà dopo aver perso il lavoro, o dopo la nascita di un figlio.
Sembra proprio che questa sia una tendenza emersa di recente, mentre prima succedeva molto più di rado.
Prima si vendeva il superfluo mentre oggi, più spesso, anche il necessario. Un altro dato emerso rileva un aumento del flusso dei clienti durante le festività.
Dalla ricerca si rileva anche come i cittadini arrivino qualche volta a vendere protesi dentarie, oltre ai gioielli di famiglia.
La carenza di liquidità e la scarsa propensione degli istituti di credito a fornirne a imprese e privati sarebbe il maggior responsabile del fenomeno.
Il direttore di uno dei nostri negozi compro oro, racconta di come capiti di ricevere persone che si presentano con un dente o una intera protesi; non sono episodi frequenti, ma accadono.
Spesso si tratta di persone che hanno bollette da pagare, le rate del mutuo in scadenza, oppure delle cartelle di Equitalia da saldare.
Ad esempio una forte impennata di vendite di oro si è verificata in concomitanza con la scadenza del pagamento dell’Imu.
Un 10% dei clienti è costituito da pensionati che devono vendere i loro oggetti preziosi per far fronte ad emergenze di salute o per aiutare i figli in difficoltà.
Molti sono adulti con problemi di in scadenza. I giovani tra le varie categorie, sono quelli più informati, attenti alla quotazione e interessati a ottenere il prezzo migliore.
Ecco che la tipologia di clienti che si rivolge ai punti vendita compro oro, funge anche un po’da cartina di tornasole che ci indica lo stato di benessere o di disagio di tutto un tessuto sociale.